DA UN‘EMERGENZA ALL’ALTRA…

Presenti anche nel bellunese in aiuto alla popolazione sommersa dalla neve
– Marzo 2021 –

La mattina del 3 gennaio scorso, dopo che una copiosa nevicata si era abbattuta nel nord est Italia, in particolare nella zona bellunese del Comelico, la nostra protezione civile alpina è stata attivata dalla Regione Veneto per dare supporto ai Vigili del Fuoco e all’Esercito Italiano, che per primi si erano recati in soccorso alle popolazioni locali. Le notizie parlavano di 150/200 cm di neve caduta e in qualche caso l’accumulo superava i 250 cm. con gravi conseguenze: linee elettriche fuori uso, strade impraticabili con intere zone isolate, alberi schiantati e tetti pericolanti, impianti di riscaldamento in blocco a causa dei comignoli sepolti dalla neve, pericolo di caduta di lastre di ghiaccio dai cornicioni dei tetti. L’attivazione è stata immediata con i volontari per raccogliere le disponibilità che sono arrivate nel giro di nemmeno un’ora da cinque alpini che si apprestavano a preparare mezzi, attrezzature e naturalmente le proprie valigie. Nel tardo pomeriggio è arrivato finalmente il nulla osta a partire e la squadra si è messa in viaggio con destinazione Santo Stefano di Cadore, dove era presente il Centro Operativo Misto, cuore nevralgico e pulsante della gestione dell’emergenza.

A partire dalla mattina successiva i 5 volontari, operando con ogni mezzo, dalle semplici pale a mano fino ai mezzi speciali come turbine e spalaneve, hanno iniziato il loro lavoro con gran parte dell’attività svolta nella località di Costalissoio. Qui, con il fondamentale contributo del Capo Regola (una sorta di “sindaco” della frazione) hanno ben presto reso nuovamente accessibili tutte le abitazioni e liberato la piazza dalla neve. Il lavoro è durato in tutto 4 giorni, i primi tre a Costalissoio ed il quarto a Feltre dove, sulla via del ritorno, i ragazzi si sono fermati a dare supporto alle squadre locali. Questa emergenza ha visto ancora una volta, i volontari di Protezione Civile Alpina parte integrante di un sistema che ha impegnato mediamente 70 volontari ANA al giorno in affiancamento a 40 Vigili del Fuoco e 10 militari dell’Esercito Italiano.
Alla fine, stanchi ma soddisfatti del lavoro svolto e dei rapporti umani creati, i nostri volontari sono rientrati a casa.

di Marco Franceschetti